Psicologia e vita di coppia

Nel trattamento dei disagi di coppia, mi sento spesso chiedere se esista una ricetta  che consenta ad un  rapporto di mantenersi nel tempo. In questi anni non sono mai riuscita, seppur abbia cercato, di fornire un contributo in tal senso.
La ragione è semplice, non esiste un vademecum generale che possa preservare dalle difficoltà, dai conflitti o dai prolemi  che lo stare insieme in quanto individui unici e diversi, inevitabilmente comporta.
Possono esistere invece dei comportamenti che ostacolano ed altri che facilitano.

Ostacolano:

  • Il discutere utilizzando un approccio duro, quando si è negativi, accusatori, sprezzanti.

In questo modo il confronto avrà concrete possibilità di finire male. Meglio apprendere a parlare con dolcezza o con un tono positivo,  dove l’altro è considerato diverso da sé, né migliore nè peggiore, ma solo dotato di un punto di vista alternativo e che in quanto tale non può che arricchire il nostro modo di pensare, affrontare e risolvere problemi.

  • La critica quando nel  valutare un problema specifico,  si finisce con l’attribuire colpe al comportamento dell’altro. Imparare a rimanere nel tema evitando generalizzazioni che non migliorano, ma indispettiscono il partner.
  • Il disprezzo quando diventiamo sarcastici, cinici o ricorriamo all’insulto, prendendo in giro l’altro con un umorismo caustico.
  • La difesa, che ci porta ad attribuire all’altro la colpa di quanto accaduto,  per lo più quando siamo logori delle pressanti ed estenuanti accuse.
  • L’ostruzionismo quando uno inveisce e l’altro si chiude in un marmoreo silenzio. Qui il dialogo si chiude e  non si ascolta più.
  • L’incapacità di rimediare, quando tutti i tentativi di riparazione falliscono, rappresenta l’avvicinarsi alla possibilità che un legame possa finireI tentativi di riparazione sono sforzi per cercare di sedare il conflitto, usando un gesto semplice come una risata, un sorriso o delle scuse; ma se un partner si sente soffocare, questi tentativi di riparazione sono fallimentari.
  • Memorie cattive, quando la coppia ricorda il passato negativamente e utilizza questo materiale come fonte di costante rabbia nei confronti dell’altro. L’essere così negativi conduce a rivedere e a dare significato costantemente  anche al presente.

Facilitano:

  • il lamentarsi,  per quanto sempre poco costruttivo,  farlo senza incolpare nessuno;  
  • il parlare in prima persona, ‘io sento’, ‘io penso’, ‘io credo’ ‘…’;
  • il descrivere una situazione senza esprimere un giudizio in merito;
  • l’ essere gentili e ringraziare sempre anche quando un gesto è scontato;
  • l’esprimere con chiarezza i propri  bisogni.

In conclusione la risposta non è nell’andare d’amore e d’accordo su tutto o pensarla sempre allo stesso modo, o anche nell’avere un fronte unico sull’educazione dei figli.

L’immagine della famiglia felice seppur dai più anelata è in realtà di difficile realizzazione se non impossibile, e il ricercarla a tutti i costi che potrebbe costituire il vero problema.

Nella vita insieme  quello che funziona, è la capacità di assumersi ciascuno  la propria parte di responsabilità e ricordare che fortunatamente  il problema è comune e pertanto con più probabili e sicure soluzioni.

Un matrimonio, la decisione di stare insieme non sono punto di arrivo, ma di partenza  e  il conflitto  è l’espressione della voglia di continuare a conoscersi ed impegnarsi insieme.

Dott.ssa I. Marinucci
Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
Riceve a Vasto (Ch)
Cell. 334.1372907

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